Sardegna che Brucia: la Verità dietro gli Incendi.

La Sardegna dell’interno è una terra aspra, e come tutte le terre aspre, la popolazione che la abita le somiglia. Chiunque abbia bazzicato per un pò nell’isola si sarà accorto che tra la parte costiera e quella interna ci sono molte differenze, sia caratteriali che territoriali. 

Se i Romani già nel 238 a.C. iniziarono a conquistare le coste partendo da Olbia, si racconta che sia stato per loro impossibile sottomettere i cosiddetti “sardi pelliti” ovvero, gli abitanti della regione interna che i Romani, nervosi per non esser riusciti a conquistare, definirono “Barbaria” (oggi Barbagia).

Vestivano infatti di pelli animali i sardi pelliti, ed erano aspri come le loro montagne labirintiche, resistenti come i loro nuraghi, ed orgogliosi come le loro querce. Utilizzavano già contro i Romani la stessa strategia che i banditi fuorilegge avrebbero utilizzato poi secoli dopo contro le forze dell’ordine statali: sfruttando la conoscenza approfondita del territorio, intricato e difficile da percorrere, riuscivano a sfuggire alla cattura, rispondendo, se necessario, con attacchi di guerriglia individuali. Il generale Pomponio Matho aveva persino tentato di scovare i loro nascondigli facendo portare da Roma dei cani segugio, ma se ci riuscì non ci è dato saperlo e chiederglielo ora sarebbe un po’ complicato.

Ma oltre ad essere forti fisicamente e caratterialmente, erano anche permalosetti questi sardi pelliti, infatti non accettarono mai che i sardi delle coste si lasciarono sottomettere dai coloni, che sfruttavano la terra e le risorse dell’isola. Vedevano i loro stessi connazionali come dei pappamolle traditori, incapaci di ribellarsi. Erano così permalosi che facevano persino i dispetti: specialmente nella stagione del raccolto, piombavano sulle docili pianure conquistate, per fare razzia di cereali e bestiame, concludendo la gita vendicativa appiccando fuochi per devastare ciò che restava.

Se vi pare vagamente di aver già sentito questa trama, non vi sbagliate: l’abigeato moderno in Sardegna e gli incendi sono parte integrante della sua stessa storia, moderna e non. Quando ci si chiede il motivo per cui le persone tentino di rovinare la propria terra con il fuoco, la risposta è che, probabilmente, ciò che era in passato una pratica con un movente politico, si è trasformata in semplice delinquenza e diffidenza nei confronti di coloro che vengono dal ‘continente’.

Uno degli ultimi esempi è stato il tentativo di bruciare la miniera “Sos Enattos” di Lula: è stata ritrovata una bomba davanti al sito, che è candidato a ospitare l’Einstein Telescope, il futuro rilevatore di onde gravitazionali di terza generazione. Un progetto che potrebbe ripopolare una zona che pare destinata a morire.

Numerosi sono gli esempi di delinquenza moderna, esempi che ci mostrano, per l’ennesima volta, come la mancanza di spirito critico e di analisi porti all’incapacità di distinguere il bene dal male, confondendo la ribellione necessaria con la delinquenza confusa di coloro che, per retaggio culturale, continuano a compiere azioni senza adeguarsi al presente, come un GPS non aggiornato che cerca di guidarti verso una strada che ormai non esiste più. 

Lascia un commento