Quando i politici fanno ciò che fanno i cittadini: la politica come riflesso collettivo di paraculismo.

Dagli Stati ci aspettiamo sempre che si comportino in modo dignitoso e, quando questo non succede, l’indignazione nei cittadini sale.

Posto che indignarsi di fronte a un’ingiustizia è in sé positivo, farlo senza prima riconoscere che siamo noi i primi a essere ingiusti è estremamente meschino. Significa, infatti, scaricare le responsabilità sugli altri senza assumersi le proprie, ignorando le contraddizioni dentro di noi.

Le persone rimangono sbalordite quando i politici si comportano da pezzenti, dimenticando che i politici sono esseri umani e, come spesso accade agli esseri umani, possono essere dei pezzenti. E spesso lo sono. 

Per esempio, ciò che è accaduto con il caso Almasri, fa rabbrividire coloro che pensavano di vivere in uno stato che, in teoria, dovrebbe tutelare i diritti umani. 

Un piccolo riassunto:

Il signor Najeem Osema Almasri Habish è un cittadino libico di 45 anni, ma non è un cittadino qualunque: è il capo della polizia giudiziaria libica e la Corte Penale Internazionale ha emesso un mandato d’arresto contro di lui, perché accusato di stupri, torture, persecuzione, detenzione inumana (dal 2015 in poi ha commesso queste belle cose personalmente o ha ordinato qualcuno di farlo per lui). 

Questo signore che, di fatto è un criminale, il 18 Gennaio 2025 se ne stava comodamente seduto nello stadio di Torino con la coscienza sporca di sangue, per assistere a una partita di calcio. Nonostante il mandato di arresto fosse già stato emesso e diffuso, Almasri è stato rispedito in Libia dal governo italiano con un aereo di stato, un Falcon 900, il giorno stesso del suo arresto. 

Perché l’Italia ha fatto questo? Perchè tra l’Italia e la Libia ci sono degli accordi (“Memorandum Italia-Libia”) che ufficialmente mirano a “contrastare l’immigrazione illegale e rafforzare la sicurezza delle frontiere”.

Nella pratica, però, lo Stato italiano finanzia e addestra la Guardia Costiera libica, affinché blocchi i migranti prima che possano raggiungere le coste italiane.

In che modo? Uomini, donne e bambini trovati in mare, vengono portati in “centri di accoglienza”, dove vengono accolti sì, ma da torture, trattamenti disumani, abusi, costretti a dormire in celle puzzolenti con le gambe al petto, coperti di piaghe e pus, mangiati dalle mosche. Vengono spogliati di ogni diritto e, talvolta, uccisi. 

Che tutto ciò sia riprovevole è indiscutibile, ma lo è ancora di più il fatto che, anziché ammettere apertamente che questa scelta è stata dettata da accordi politici e dalla logica per cui il fine talvolta giustifica i mezzi, come ci insegna il nostro Machiavelli, ci si sia nascosti dietro un mare di bugie rocambolesche, nel tentativo di apparire impeccabili agli occhi dell’opinione pubblica.

Ma ciò su cui mi voglio soffermare non è questa singola azione meschina, ma è un aspetto ancora più profondo della questione: la politica non è altro che lo specchio dei cittadini che la compongono. 

Ogni giorno, le persone agiscono seguendo il proprio tornaconto personale, facendo esattamente ciò che criticano nei politici: cercano raccomandazioni per ottenere un posto fisso, evadono le tasse,  ingannano il sistema per ottenere benefici o sussidi ingiustamente, chiedono favori per aggirare le regole, mentre si illudono e raccontano di essere dalla parte dei “puliti” 

La domanda da porsi è: se questo è il comportamento diffuso, perché pretendiamo che chi ci governa sia diverso?

La politica è idealizzata ma non è un entità astratta, è composta da esseri umani che riflettono la mentalità collettiva, che si comportano come il cittadino medio farebbe.

Quindi, non è inappropriato paragonare una persona che cerca un accozzo ignorando il buon senso, pur di ottenere un posto fisso e il proprio tornaconto personale, al governo italiano che ha ignorato il buon senso e i diritti umani per perseguire il suo unico tornaconto: tenere lontano i migranti libici dalle coste italiane.

Tutto questo era più importante di proteggere i diritti delle persone che da anni soffrono torture, abusi, stupri e maltrattamenti in Libia.

“La più grande delle rivoluzioni è quella che attuiamo nel più intimo delle coscienze” diceva Pasolini. Lui ci aveva provato e non ha fatto una bella fine.

Perchè chi ci prova ci mostra esattamente ciò che non vogliamo vedere di noi stessi.

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